domenica 31 agosto 2008

Ancora loro...

...Obama e McCain. Sarà forse colpa del clima un po’ asfittico che ultimamente caratterizza la nostra politica, ma devo ammettere che mi sto appassionando alle elezioni americane, pur con il loro gran carosello di Convention e Contriconvention che ad un europeo, ancor meglio ad un italiano, fanno quasi sempre storcere il naso sino a sbottare in un “è la solita americanata!”. E non senza una certa spocchia. Ma nonostante questo i due candidati hanno saputo guadagnarsi la mia simpatia.
Determinati nel proporre i loro programmi, incisivi nel vicendevole attacco, sebbene sempre nel reciproco rispetto, McCain e Obama anche in queste ultime ore hanno dimostrato una buona dose di astuzia politica cercando di porre rimedio ai punti deboli dei rispettivi programmi prima di prepararsi al rush finale per la corsa alla Casa Bianca,
McCain, accusato di rappresentare un paese vecchio ed invecchiato, ha pensato bene di chiamare come personale candidata alla vicepresidenza la giovane governatrice dell’Alaska Sarah Polin, 45enne determinata e bella (bellezza che le ha fatto guadagnare, nel 2007, la copertina di Vogue), capace di conciliare una carriera politica brillante con le esigenze di una famiglia numerosa (la signora, infatti, ha al suo attivo ben cinque figli). McCain spera così di conquistare le simpatie di gran parte dell’elettorato femminile, non limitandosi a quello repubblicano “per natura”, ma cercando altresì di attrarre quello che si sente ormai orfano di Hillary Clinton e dell’idea di una donna come primo presidente degli Stati Uniti. E non finisce qui. La Palin si batte da anni per la ripresa delle trivellazioni off- shore negli USA, auspicando finalmente l’indipendenza dalle risorse petrolifere mediorientali. Cosa non da poco per un paese che ormai ha visto salire il prezzo del carburante a 4 dollari al gallone e che è notoriamente poco avvezzo alla cultura del risparmio energetico.
Obama, la sintesi perfetta tra JFK e Martin Luther King, ma anche l’uomo che ha ridato vigore l’American Dream, ha scelto invece come suo vicepresidente Joseph Biden, senatore del Delaware, attualmente a capo della commissione parlamentare per gli Affari Esteri per via della sue competenze in ambito di politica internazionale. E proprio queste sue competenze dovrebbero servire a colmare l’inesperienza di Obama in materia di politica estera, ambito il più delle volte poco felice per i Democratici. Biden inoltre è di estrazione popolare, ma questo non gli ha impedito di affermarsi. Batsa crederci, tenere duro e lavorare sodo. Altro punto a favore del sogno americano.
E nelle prossime ore assiteremo anche all’aprirsi della Convention repubblicana, proprio nelle stesse ore in cui è previsto il sopraggiungere di Gustav. Stiamo dunque a vedere…

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